venerdì 6 dicembre 2013

Nicky Kaldor e l’ingenua apologia del cambio flessibile: UN DOVERE PRECISARE A LIVELLO STORICO ED ETICO

Nicky Kaldor e l’ingenua apologia del cambio flessibile


COMMENTO:


Prima di esprimere delle valutazioni economico quantitative, bisognerebbe analizzare la storia.

I cambi fissi negli anni 70 stabiliti a Bretton Woods, hanno garantito crescita negli anni 70 a tutti, ma in particolare agli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno però investito quella ricchezza, in due guerre quella di Corea e del Vietnam. La guerra ha arricchito le multinazionali della guerra e messo in ginocchio la nazione.

Negli anni 70 l'uscita dal sistema aureo, e la svalutazione del dollaro, ha causato una profonda inflazione dovuta alle ritorsioni sui prezzi del petrolio dei petrolieri impossibilitati a convertire i petroldollari in oro. L'inflazione è conseguenza evidente poi negli anni successivi della guerra del Kippur, delle rivolte Khomeiniste o successivamente di quelle irachene.

I cambi flessibili ha ragione Kaldor, non sono politiche utili, ma servono solo a riequilibrare gli squilibri naturali che si manifestano tra due paesi caratterizzati da funzioni di produzione diverse.

Se importo come l'Italia inflazione da paesi che mi vendono le materie prime e decidono i prezzi, poi accumulerò uno svantaggio competitivo sui prezzi che verrà riequilibrato dal tasso di cambio naturalmente. Quello che deve fare lo Stato, è immettere quella moneta necessaria a sostenere il calo dei consumi, e tassare progressivamente chi accumula ricchezza sfruttando la sua posizione dominante, immaginate le banche, o i monopolisti nel settore dei trasporti o delle autostrade in momenti di crisi.


In un momento in cui noto un ritorno eccessivo ad aspetti microeconomici, importanti ma non fondamentali, un approccio astratto, basato sulla storia e sull'etica, credo aiuti a focalizzare meglio i problemi economici.

Nessun commento:

Posta un commento