domenica 14 aprile 2013

SHUMPETER, GRILLO, e la DECRESCITA FELICE

Lo stolto, quando sente un concetto che non conosce, lo critica.

Si diffonde prepotentemente, il concetto di opinione personale, come prevalente sul concetto di Teoria.

Un esercito di sciagurati, posseduti dal demone della coscienza delle cose, hanno invaso il tavolo del dibattito sulla verità del fatto.

Joseph Alois Shumpeter, fu un grande economista austriaco, che introdusse il concetto di distruzione creatrice.

Lui teorizzò che l'economia andasse analizzata da un punto di vista dinamico. Secondo lui, le relazioni che sussistono tra fattori della produzione, cambiano, in un processo di evoluzione continua.

L'attività dell'imprenditore ed il suo ingegno creativo, a volte determinano forti spinte verso il progresso e spesso accade che in questo slancio creativo, vengano abbandonati  modelli, aziende e prodotti ritenuti obsoleti ed inefficienti in un'ottica evoluzionista, che ne risultano, di fatto, distrutti.

Questo processo evolutivo è evidente in economia, basti pensare al passaggio dall'agricoltura, all'industria, da questa ai servizi e del prossimo passaggio in corso verso l'economia dell'informazione e dei servizi.

In altro grande politico disse che il moto è tutto, il fine è nulla.

E' logico per chi crede nel progresso e nell'evoluzione del mondo moderno, capire che solo riuscendo a comprendere dove va il mondo, si sia in grado di capire come affrontare il futuro.

La nostra economia triplicherà nei prossimi anni e bisogna quindi essere coscienti almeno, se non li si vuole conoscere, di alcuni fatti:

1) Il mondo si evolve e cambia di continuo come già visto sopra.
2) La crescita economica dipende in larga parte dall'istruzione della forza lavoro e non dalle materie prime come molti errando pensano.

Nasce quindi il concetto di DECRESCITA FELICE e per capirlo bisogna riflettere su:

1) limitatezza delle risorse nel nostro piccolo mondo
2) individuazione di modelli economici capaci di affrontare questa crescita in maniera sostenibile

Molti interpretando letteralmente il concetto, credono che la filosofia consista nel determinare un crollo verticale del PIL, associato al sorriso idiota e felice di chi gode nel guardare le conseguenti macerie, lo stesso sorriso, che noto sulle loro facce, contenti nel pensare di avere capito l'assurdità di una proiezione psichica (miraggio) che è solo la loro.

Spero che gli altri comprendano, che per decrescita, si intende una filosofia di vita, che dia importanza ad una economia sostenibile, una economia che magari determini margini di guadagno inferiori, ma vantaggi per tutti i cittadini.

Decrescita felice significa, dare importanza alla redistribuzione della ricchezza ed a concetti di solidarietà e comunità che sembrano spariti dai programmi politici.

Il Pil rimarrebbe comunque un indicatore importante a livello economico, ma di certo secondario a quelli che dovrebbero essere gli obiettivi politici.

Speriamo che qualcuno lo capisca e che il lavoro, il benessere dei cittadini, la programmazione economica sostenibile, tornino al centro del dibattito e non siano usati per cancellare dalla faccia di giornalisti idioti, il sorriso dell'ignoranza.








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